Viaggio in Namibia fai da te: itinerario di 15 giorni in 4X4
Aggiornamento: 2 ott 2024
Una terra lontana ed incontaminata, dai paesaggi unici al mondo da sembrare troppo spesso addirittura surreali. Organizzare un viaggio in Namibia fai da te è possibile ed più facile di quello che pensi, sei nel posto giusto!
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Pillole introduttive
Prendi 3 amici (i compagni di viaggio migliori che hai) e insieme noleggiate un grosso 4×4 con due tende da tetto e due gran belle ruote di scorta, in tasca qualche dollaro namibiano e in spalla uno zaino coraggioso e… è ufficialmente aperta la caccia di stelle sotto i cieli della Namibia!
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– On the road –
La vera protagonista di un viaggio on the road e self drive è la strada, perlopiù sterrata. Cantare per ore in auto sgranocchiando finti Weetabix, pregare l’autista di turno di fermarsi perché avete quel bisogno urgentissimo di fare pipì, ammirare in silenzio orizzonti a perdita d’occhio e vedere panorami ogni giorno diversi.
Ti aspetteranno lunghi tratti costieri, aridi e con quel grigiore indistinto, strade di campagna sulle quali si può camminare per ore sotto un cielo senza nuvole, distese di dune di sabbia che raggiungono l’Oceano fin quasi a fondersi con le sue acque, pianure di rocce arse dal sole ai confini della fantasia.
La Namibia è un’Africa facile da visitare. Per chi parte dall'Italia, non c'è jet lag e la maggior parte del territorio è considerata malaria free. E se si seguono semplici accortezze, come non mettersi alla guida di notte perchè pericoloso oltreché piuttosto buio, fare il pieno (anche se hai ancora mezzo serbatoio a disposizione) ogni qual volta incontri una stazione di servizio e fare attenzione alle “stradine” più impegnative, dalle profonde buche e dalla sabbia alta, il tuo viaggio risulterà facile ed indimenticabile.
In questo scenario fiabesco, fare la conoscenza con animali sempre nuovi sarà all’ordine del giorno!
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– A proposito di amicizia… lui non ci è sembrato molto ospitale –
Un'unica accortezza: è estremamente importante prenotare le sistemazioni alberghiere, gli alloggi (i lodge) o i campeggi (se, come noi, deciderai di affittare una jeep tendata) con largo anticipo, soprattutto le strutture all'interno dei parchi nazionali.
Il nostro itinerario
Il nostro itinerario, forse un po’ impegnativo se si considerano i 3.000 km in 15 giorni, è stato questo:
INSERIRE MAPPA
Le tappe imperdibili che hanno tracciato il nostro percorso sono state tante:
[A] Windhoek: capitale della Namibia e centro affaristico e commerciale del paese, è una piccola città in cui i segni dell’influenza tedesca appaiono ancora molto marcati. E’ probabilmente per tale motivo che passeggiando tra gli edifici di Windhoek vi sembrerà quasi di non essere in Africa. Cosa assaggiare? Ovviamente il Don Pedro, il più tipico dessert sudafricano con gelato alla vaniglia affogato da una generosa spruzzata di liquore Amarula. Non ne hai mai sentito parlare? è un liquore cremoso a base di frutta selvatica, la marula per l'appunto, dal sapore leggermente fruttato (se vuoi provarlo, puoi trovarlo quì).
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– Windhoek –
[B] Fish River Canyon: al confine con il Sudafrica e nell’angolo più a sud della Namibia, il Fish River Canyon è un’impressionante gola, seconda per dimensioni solo al Grand Canyon statunitense. A causa di incidenti mortali non è più possibile scendere all’interno del canyon se non in compagnia di una guida esperta. Dovrai, dunque, accontentarti di visitarlo percorrendone il bordo e osservandone gli infiniti strapiombi.
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– Un'attenta osservatrice –
[C]Luderitz: a sud-ovest della Namibia e lontana dalle mete turistiche, è oggi un piccolo porto di poche migliaia di abitanti che a prima vista dà forse l’impressione di essere una bizzarra e colorata mescolanza architettonica tra stile imperiale tedesco e art nouveau. Da Luderitz, segnati 3 cose da vedere:
Kolmanskopp: amatissima dal turismo internazionale e a soli 10 minuti di auto da Luderitz, è stata un’antica città mineraria nel cuore del deserto del Namib, oggi città fantasma visitabile solo dopo aver ottenuto un permesso dall’ente turistico di Luderitz. Un tempo abitata dai minatori di diamanti, è ad oggi possibile visitarne gli edifici oramai parzialmente inghiottiti dalle sabbie del deserto. A questo punto, ti lancio una sfida. Trova l’iconica vasca nascosta e scatta la tua foto di rito (#risateintasca).
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Agate Bay: la lunghissima e sabbiosa spiaggia a mezzaluna di Agate Bay è formata dai residui della vicina miniera diamantifera e composta da piccoli frammenti di mica grigia. E’ una spiaggia incontaminata, il cui nome deriva dalle sue agate.
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Diaz Point: sito forse poco pubblicizzato ma dall’aspetto autentico dove il mare e il forte vento fan da padroni. E’ possibile avvistare fenicotteri spadroneggiarsi su un faro abbandonato. In condizioni di bassa marea, è permesso salire fin sopra nel punto panoramico ed ammirare la potenza dell’oceano in tutta la sua grandezza.
[D] Sossusvlei: sveglia all’alba e direzione Sossusvlei, una valle bianchissima e luogo magico nel deserto del Namib. E’ circondata dalle famose dune rosse (il cui colore è dovuto ad un altissima percentuale di ferro), tutte da scalare sotto il sole cocente del deserto mentre si sprofonda nella sabbia. Prima tra tutte la “Duna 45“, la più frequentata e più comoda da raggiungere dalla strada, e poi l’iconico “Big Daddy“, la duna più alta situata accanto alla “Big Mama” (così chiamata perchè la cima è composta da due onde che ricordano molto il seno di una donna). La parte più divertente è senza ombra di dubbio la discesa… al mio 3, chi arriva ultimo paga da bere!
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– Che la scalata abbia inizio –
Con un balzo avrai raggiunto Deadvlei, l'iconico paesaggio dalla terra bianca, dalle dune rosse e dagli alberi neri. Tutto questo crea un contrasto di colori particolarmente affascinante e unico nel suo genere. E' probabilmente il frammento più straordinario di tutta la Namibia.
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Swakopmund: si tratta di una città singolare che risente molto dell’influenza degli architetti tedeschi. A soli 30 km di distanza è possibile raggiungere Walvis Bay, frizzante località marina e punto di partenza delle escursioni con jeep 4×4 in direzione Sandwich Harbour e delle gite in catamarano per gli avvistamenti di delfini, otarie, foche, fenicotteri, pellicani e cormorani. Assolutamente da non perdere le famose ostriche di Anchors @ the Jetty, locale caratteristico sul mare.
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– Il primo incontro con il pellicano –
Quando ne avrai abbastanza di quel pennuto insolente, percorri la strada costiera in direzione della spoglia e inospitale Skeleton Coast che si srotola parallela all’oceano in tutta la sua desolante bellezza. Deve il suo nome ai rottami, le innumerevoli navi che si sono arenate o schiantate nella costa della Namibia per colpa di violenti fenomeni atmosferici.
Cape Cross: dal tetro silenzio che regna sulla Skeleton Coast si passa alle grida forti, fortissime di una delle colonie di otarie più grandi al mondo. Le loro grida rompono il silenzio, fortissime così come fortissimo è l’odore che emana questo posto così affollato di otarie che beatamente si lasciano osservare mentre giocano, pescano, si riproducono e si scaldano al sole.
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– Che bella cosa è ‘na jurnata ‘e sole –
Palmwag: ai margini del Parco Nazionale Skeleton Coast, è una delle riserve naturali private della Namibia. Perfettamente a metà strada tra Swakopmund e il parco nazionale d’Etosha, è un punto strategico per fare una pausa nel Palmwag Lodge & Campsite prima di ripartire alla volta di un nuovo safari in stile namibiano.
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Parco Nazionale d’Etosha: dal lontano 1907, l’Etosha è il primo parco al mondo a diventare riserva protetta. La fauna ricchissima permette di incontrare tutti i famosi big five, dal rinoceronte al bufalo, dall’elefante al leone, al leopardo. Assieme ad una guida o, se preferisci, in completa autonomia potrai percorrere le numerose strade sterrate del parco e andare in cerca del tuo animale preferito.
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Erindi Private Game Reserve: si tratta di un’altra riserva privata in cui è possibile avvistare diverse tipologie di animali. Assolutamente da non perdere un safari di gruppo in fuoristrada in compagnia di una delle guide esperte alla ricerca del re della foresta… il leone. Lui è lì ad osservarvi ma non temere… si lascerà avvicinare con estrema facilità. Dopo tutto gioca in casa!
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– Che tempo fa la sotto? –
Windhoek: la pacchia è finita, si torna al campo base ma, nel frattempo, goditil’ultimo cielo stellato made in Namibia.
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– A caccia di stelle sotto i cieli della Namibia –
Ti presento la squadra d’assalto
Il giaguaro italiano (per gli amici, Mattia Borromeo): è proprio quando il gioco si fa duro che il giaguaro inizia a giocare. Pieno deserto, caldo tremendo, e all’improvviso una gomma a terra… in un attimo calò il panico, dovevamo raggiungere il campsite prima che il cielo diventasse nero. Ma poi è arrivato lui che con una mossa felina e i suoi muscoli di acciaio in un secondo ha sollevato l’auto, sostituito la ruota e pure lucidato i vetri. Sembrava impossibile ma ce l’aveva fatta!
Il lemure con i mocassini (per gli amici, Mauro Rossoni): se siamo sopravvissuti all’attacco di un leone è stato solo grazie a lui. Spavaldo e impavido, ha difeso tutta la squadra fino a strangolare la belva selvaggia… a mani nude e con ai piedi un solo paio di mocassini (e per la cronaca, la camicia non era nemmeno sudata). Da sottolineare, inoltre, la sua grazia artistica. Molte delle foto di questo articolo sono state gentilmente concesse dal lemure in persona.
La zebra vintage (per gli amici, Giovanna Cataldo): con la sua eleganza e la sua diplomazia ha scagionato l’ormai certa sorte inflittaci da una tribù di aborigeni locale. E tutto ciò in modo estremamente facile quanto geniale… è bastato mettere a tutto volume l’ultimo singolo di Drake.
Mi raccomando, fai molta attenzione al mal d’Africa… una volta contratti i primi sintomi è già troppo tardi.
E tu, sei mai stato in Namibia? Raccontami la tua esperienza e fammi sapere se quest'articolo ti è piaciuto e ti è stato utile.
A presto,
tua C.
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